Può capitare a tutti di dimenticare una bolletta e mancare la scadenza per il pagamento. A volte, bisogna dirlo, la colpa non è attribuibile al cliente ma al fornitore che non invia la bolletta per tempo.
In casi come questi le società di vendita agiscono di conseguenza e mettono in atto il processo della, cosiddetta, messa in mora.
Si tratta di un provvedimento che aggiunge un sovrapprezzo al totale da pagare in fattura, una maggiorazione dovuta al ritardo del pagamento da parte del cliente o la totale assenza di esso.
Se la situazione morosa del cliente si protrae nel tempo, allora il gestore in questione può mandare al distributore la richiesta per la sospensione della fornitura del contatore.
La sospensione
Si tratta di una misura estrema e deve avvenire secondo modalità tempi precisi, stabiliti dalla ARERA nel TIMOE (Testo Integrato delle Morosità Elettriche, emanato dall’ARERAstessa).
Il TIMOE, infatti, gestisce, regola e controlla le situazioni limite nella fornitura dell’energia.
Prima di tutto, la richiesta deve essere inoltrata soltanto dopo la comunicazione della decisione di avviare il processo di messa in mora.
Questa comunicazione deve avvenire esclusivamente tramite mezzi rintracciabili come:
- Raccomandata con ricevuta di ritorno
- Posta elettronica certificata (mail PEC)
La sospensione può avvenire solo in queste casi e in queste determinate situazioni:
- sono trascorsi 15 giorni solari dall’invio al cliente della raccomandata
- sono passati 10 giorni solari dal ricevimento della ricevuta di avvenuta consegna della PEC;
- sono passati 20 giorni solari dall’emissione della raccomandata, se il fornitore non è in grado di dimostrare la data di invio.
Una volta che ulteriori 3 giorni lavorativi dalla scadenza della raccomandata (o PEC) sono passati senza che sia stata saldata la fattura, il gestore è autorizzato a procede a sospensione la fornitura del cliente moroso.
In realtà, però, la sospensione non avviene da un momento all’altro.
Inizialmente, infatti, viene imposta una riduzione di potenza del 15% di quella disponibile. Questa misura viene applicata per un periodo di 15 giorni, trascorso il quale avverrà la totale sospensione dell’erogazione di corrente elettrica.
Hai dimenticato una bolletta? Niente panico!
Se vi trovate nella spiacevole situazione che abbiamo poc’anzi descritto, niente è perduto.
Potete evitare la messa in mora e la successiva interruzione di energia dimostrando di aver effettuato il pagamento entro il termine ultimo stabilito.
È, perciò, consigliabile contattare al più presto il fornitore per accelerare i tempi.
Nel caso di sospensione, il fornitore potrebbe addebitarvi anche un corrispettivo per la riattivazione dell’energia e per i costi di gestione per l’interruzione o la riduzione della fornitura.
Il registro TIMOE
Per rimuovere il proprio nome da questo registro è sufficiente saldare la morosità.
A un utente che ha subito sospensione della fornitura viene assegnata la poco lusinghiera etichetta del “cattivo pagatore“. Questa etichetta sarà visibile a tutte le società di vendita e potrebbe creare qualche problema all’utente al momento di stipulare un nuovo contratto.
È giusto comunque precisare che l’uscita dal TIMOE non sarà immediata. L’utente permarrà nell’elenco per un po’ di tempo e quindi verrà rimosso.
E se il gestore non rispetta le tempistiche?
Può accadere che il fornitore non segua strettamente le disposizioni. Nel caso in cui non vengano rispettate le modalità o le tempistiche stabilite nel TIMOE, il cliente avrà diritto a un indennizzo.
Gli importi di questo indennizzi potranno essere versati direttamente al cliente o stornati dalla prima fattura utile.
In ogni caso, il fornitore non potrà richiedere nessun pagamento al cliente per la sospensione o la riattivazione della corrente elettrica.