La diffusione del coronavirus ha reso necessarie misure di contrasto senza precedenti. Chiudere tutte le attività non essenziali è stata una decisione dura ma indispensabile per tutelare la salute di tutti i cittadini.
A meno di un mese dal lockdown i primi pesanti effetti sull’economia si stanno manifestando.
Cala il fabbisogno nazionale di energia elettrica
Il settore energetico per primo sta subendo questi effetti con un consistente calo della domanda elettrica.
In Italia, nel periodo tra mercoledì 11 marzo e venerdì 3 aprile, la domanda elettrica si è attestata intorno ai 17,2 TWh contro i 20,7 TWh dello stesso periodo del 2019 (dati Terna).
Questo significa che, in poco più di tre settimane, il fabbisogno elettrico nazionale è diminuito del 17% rispetto allo stesso periodo del 2019: ben 3,5 TWh consumati in meno.
Se ci concentriamo sull’ultima settimana, però, quella dal 28 marzo al 3 aprile, il calo in percentuale è stato persino superiore, arrivando al 21,4% sullo stesso periodo del 2019: il paese ha richiesto quasi 1,3 TWh in meno.
Bisogna rilevare che gran parte di questo calo della domanda nazionale, circa il 75%, si colloca nel Nord Italia.
Nell’area Nord, ovvero Val d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Veneto, Friuli ed Emilia-Romagna, infatti, si concentra mediamente poco più del 50% dei consumi elettrici del Paese.
Per questa ragione, nella settimana dal 28 marzo al 3 aprile nell’area Nord si ha avuto un consumo inferiore del 27,8% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Colpite anche le energie rinnovabili
Riguardo alla generazione termoelettrica nel periodo indicato, la produzione da fonti fossili e centralizzata risulta diminuita del 30,6% sullo stesso periodo 2019 (-23,7% includendo l’autoconsumo), con una diminuzione totale di circa 3 TWh.
Allo stesso tempo, anche la generazione da fonti rinnovabili elettriche ha subito una flessione consistente: -5% sul 2019, ovvero circa 346 GWh in meno.
Il decremento più significativo è quello dell’eolico che cala del 38,7% (- 684 GWh), seguito dal fotovoltaico con il 6,6% (-125 GWh) e dalla biomassa con l’1,3% in meno.
Sono in controtendenza, invece, la produzione da idroelettrico che sale del 28% rispetto al 2019 (+467 GWh) e la geotermia (+2,9%).
Verso la stabilizzazione dei consumi
La settimana dal 28 marzo al 3 aprile ha visto un decremento dei consumi elettrici rispetto alla precedente dell’1,8%, una diminuzione molto contenuta se confrontata a quella dell’inizio del lockdown.
Questo dato fa presumere che i consumi non siano destinati a scendere ancora molto da qui in avanti e ciò appare tranquillizzante, in attesa che l’emergenza sia superata e il Paese si rimetta in moto.