Il passaggio a un’economia di tipo circolare necessita di investimenti e nuove competenze da parte delle aziende.
Abbiamo recentemente parlato del grande piano di investimenti che sta mettendo in campo l’Unione Europea, il Circular Economy Action Plan, ma ad oggi com’è la situazione nel nostro Paese?
Esistono aziende innovative o start-up che investono su attività ispirate ai principi dell’economia circolare?
La risposta a queste domande è certamente positiva. Nel nostro Paese, infatti, sono attive numerose aziende all’avanguardia che fanno della sostenibilità il loro principio fondante.
In questo articolo vogliamo parlarvi di alcune delle realtà italiane che si distinguono per il successo che hanno ottenuto nei loro rispettivi campi.
Ecoplasteam
Al momento di buttare una confezione di tetrapak abbiamo tutti avuto il dubbio: in quale bidone la butto? Carta, plastica, indifferenziata: qual è la scelta giusta?
Non si tratta di un dubbio banale. Infatti, gli imballaggi in tetrapak sono costituiti da ben tre strati di materiali diversi: cartone, all’esterno, e poi due film di plastica e alluminio.
Inoltre, a seconda del comune in cui ci si trovi le indicazioni su come smaltire tale imballaggio possono essere differenti: in alcuni va nella carta, in altri nella plastica.
Inutile dire che anche nel processo di smaltimento non è chiaro come trattare un rifiuto stratificato come il tetrapak. Questo, infatti, finisce spesso in discarica o in inceneritore.
Il risultato è che, in Italia, ben 1,4 miliardi di contenitori alimentari ogni anno vengono buttati, con tutto lo spreco e l’inquinamento che ne consegue.
A questo problema ha deciso di porre rimedio un’azienda piemontese, la Ecoplasteam. Ad essa appartiene il primo impianto di riciclaggio del tetrapak da cui viene ricavata EcoAllene, una plastica totalmente ri-lavorabile e nuovamente riciclabile.
Prima di questa innovazione, l’unico modo di riciclare almeno parzialmente il tetrapak era affidarlo alle cartiere che ne estraevano la cellulosa dallo strato di cartone.
L’idea rivoluzionaria di Ecoplasteam è stata di lavorare insieme plastica e allumino, in un processo di riciclo meccanico non dissimile da quello della semplice plastica.
Come risultato si ottengono granuli di polietilene e alluminio con caratteristiche identiche al polietilene. Ciò significa che l’EcoAllene può essere utilizzato per produrre oggetti come flaconi per detersivi, confezioni dei cosmetici e per molti tipi di packaging non alimentare.
E-Repair
Tra i rifiuti di più difficile smaltimento ci sono certamente i componenti elettronici. Se riciclare questi rifiuti resta piuttosto complesso, l’approccio più ecosostenibile e immediato al loro trattamento è sicuramente la rigenerazione.
E-Repair, è un’azienda toscana leader del mercato da più di 13 anni e Unico Service partner di Siemens per l’Italia, che rigenera le schede elettroniche industriali.
In questo modo la vita delle schede viene notevolmente allungata, riducendo la quantità di rifiuti che finiscono allo smaltimento.
Inoltre, i tecnici di E-Repair sono in grado di effettuare queste riparazioni e rigenerazioni utilizzando componenti ancora in buono stato recuperati da schede non più funzionanti.
Il tutto in un’ottica di economia circolare e sostenibilità
Aquafil
Questa azienda, con 3000 dipendenti e 16 stabilimenti in tre continenti, è il nono produttore di Nylon al mondo.
La sua peculiarità sta nel fatto che non utilizzi nemmeno una goccia di petrolio per la propria produzione. Aquafil, infatti, si rifornisce di materie prime dalla più grande “miniera di plastica” del pianeta: gli oceani.
Sui fondali marini sono depositate tonnellate di reti da pesca abbandonate che rappresentano un pericolo per la salute dell’ecosistema marino e delle persone.
Ogni anno vengono disperse 600.000 tonnellate di reti, equivalenti al 10% dei rifiuti plastici che infestano gli oceani.
Recuperando queste reti, ma anche tappetti e moquette, Aquafil produce l’Econyl.
Si tratta di filo di poliammide che viene utilizzato per fare moquette e rivestimenti per pavimenti (oltre il 70%), abbigliamento tecnico e sportivo.
Per rigenerare il nylon l’azienda impiega una tecnologia basata sulla depolimerizzazione (riciclo chimico), grazie alla quale è possibile creare una nuova fibra uguale a quella originaria.
Masolini 1949: La linea RE-BORN
Masolini 1949 è una storica azienda a conduzione familiare con un’esperienza di ben quattro generazioni nel settore calzaturiero.
Nel Dopoguerra, quando le materie prime erano difficili da reperire, Valentino Masolini e i suoi figli decisero di riciclare le scarpe e i tessuti delle divise militari, trasformando così dei materiali di scarto in nuove calzature.
Da questa filosofia del riuso è nato il progetto RE-BORN Shoes.
Le scarpe sono fabbricate con materiali provenienti da oggetti difficili da smaltire (vele, pneumatici, ombrelloni, lettini da spiaggia, asciugamani e jeans) che vengono recuperati, disinfettati e poi lavorati manualmente con metodo artigianale.
Tutte le fasi della produzione avvengono in Italia, a Gonars (UD). Il risultato è un prodotto artigianale e di qualità superiore, con un basso impatto sull’ambiente.
Questi esempi virtuosi devono farci ben sperare per il futuro dell’economia circolare nel nostro Paese.
Dimostrano che la passione e la creatività possono dare vita a attività produttive che, non solo rispettano l’ambiente, ma contribuiscono a migliorarlo. Tutto questo, costruendo business solidi e di successo che danno lavoro alle persone e lustro al nostro Paese.