L’Ecobonus al 110%, inserito nel Decreto Rilancio e approvato lo scorso 16 luglio, sarà sfruttabile fino al 2022. Più precisamente, si applica alle spese sostenute tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021.
Si tratta di una delle misure di incentivo alla crescita, introdotte dal Governo dopo il Covid, più interessanti. L’intento è di rimettere in moto l’economia garantendo lavoro alle piccole e medie imprese che sostengono il Paese, e in particolare, dare impulso al settore dell’edilizia.
Inoltre, secondo le ultime notizie, potrebbe esserci una proroga. Si parla, infatti, di sfruttare il Recovery Plan per rilanciare il super bonus fino al 2023.
Le opportunità
Tra le opportunità offerte dall’Ecobonus troviamo:
- bonus per l’isolamento termico dei condomini: fino a 40 mila € moltiplicati per il numero di unità immobiliari in edifici da 2 a 8 abitazioni e 30 mila € per condomini con 9 o più abitazioni;
- bonus per la sostituzione della caldaia: fino a 30 mila € moltiplicati per il numero di unità immobiliari per condomini da 2 a 8 abitazioni e 15mila € per quelli con 9 o più;
- bonus estendibile alle seconde case per le case unifamiliari (non di lusso): fino a 60mila € per la coibentazione e 30mila per la sostituzione della caldaia (non per condomini con impianto autonomo di riscaldamento).
- bonus per lavori di riduzione del rischio sismico (Sismabonus)
- bonus per installazione di impianti fotovoltaico
- bonus per installazione di colonnine di ricarica di veicoli elettrici
È fondamentale segnalare, però, che le migliorie dovranno alzare l’efficienza energetica dell’abitazione di almeno due classi energetiche. Questa disposizione vuole seguire la volontà della UE di migliorare l’efficienza energetica degli edifici per perseguire l’obbiettivo della decarbonizzazione del settore.
Ma una caldaia inefficiente può davvero incidere in modo significativo sul bilancio familiare?
Un esempio pratico
In un appartamento di 100mq in classe G, la sostituzione della caldaia convenzionale con una ibrida consente di risparmiare circa il 50% d’energia. Di conseguenza, anche il costo della bolletta cala sensibilmente con un risparmio di quasi il 40% e con una riduzione di emissioni di ossidi di azoto di oltre l’80%.
I lavori trainanti e l’impianto fotovoltaico
La legge stabilisce una serie di lavori per cui si può ottenere l’Ecobonus 110%, ma essi sono ammissibili solo se effettuati congiuntamente a quelli trainanti e se migliorano di almeno 2 classi energetiche dell’immobile.
I lavori imprescindibili per ottenere l’Ecobonus sono:
- l’isolamento termico
- gli impianti di riscaldamento con caldaie a condensazione in classe A o pompe di calore, centralizzati o in edifici unifamiliari
- i lavori di riduzione del rischio sismico
La bella notizia è che anche l’installazione di un impianto fotovoltaico porta l’Ecobonus al 110%, purché sia connesso alla rete elettrica, anche se dotato di sistemi di accumulo integrati. Infatti, non permesso stoccare l’energia prodotta per l’autoconsumo ma deve essere immessa nella rete, cioè “venduta” al GSE a un prezzo concordato.
L’installazione degli impianti fotovoltaici, però, non è considerata intervento trainante e deve essere effettuata congiuntamente a uno degli interventi sopra citati, in caso contrario i lavori rientreranno nella detrazione standard per il fotovoltaico (50%).
La detrazione fiscale al 110%
Ciò che davvero dovrebbe interessare tutti è che, oltre a ottenere la detrazione dell’intero importo, il super Ecobonus permette di “guadagnare” il 10% sul costo della ristrutturazione (scegliendo l’abbattimento in 5 anni).
I cittadini, infatti, dopo aver effettuato i lavori, potranno detrarre il 110% delle spese sostenute (IVA esclusa), con quote annuali di pari importo nell’arco di 5 anni. Oppure, potranno scegliere di richiedere lo sconto in fattura e cedere il credito di imposta alla ditta che effettua i lavori o a un istituto di credito.
Abbiamo di fronte un’opportunità che forse non si ripeterà più in futuro: riqualificare e rendere sostenibili immobili ormai datati e inefficienti.
Ci auguriamo che l’adesione sia molto ampia, soprattutto nelle grandi città, dove le caldaie obsolete e l’isolamento termico insufficiente sono causa di gran parte dell’inquinamento atmosferico.