Il concetto di sviluppo sostenibile, da cui è derivato quello di edilizia sostenibile, risale al periodo della crisi petrolifera degli anni Settanta ma in anni recenti è tornato d’attualità.
I motivi sono facilmente intuibili e riguardano la presa di coscienza da parte dell’umanità di minacce ambientali che ormai non può più ignorare.
Quando si parla di impatto ambientale ed emissioni di CO2, il discorso verte quasi sempre su trasporti inquinanti e fonti d’energia di origine fossile. Insomma, i colpevoli sono sempre i vecchi combustibili: il petrolio e, soprattutto, il carbone.
È fuori ogni dubbio che cambiare la maniera in cui si produce energia sia cruciale per ridurre l’inquinamento e il riscaldamento globale, ma ciò che viene spesso tralasciato è l’impatto ambientale dell’edilizia.
I dati raccolti in un rapporto dell’Onu, infatti, mostrano che il settore delle costruzioni è responsabile di più del 38% delle emissioni legate all’energia a livello globale.
In quali modi gli edifici consumano energia e causano emissioni di CO2? Ecco alcuni esempi:
- il riscaldamento
- il rinfrescamento
- la produzione di acqua calda sanitaria
- l’illuminazione
- la ventilazione
- il funzionamento degli elettrodomestici
- la produzione degli strumenti e dei materiali edili utilizzati nella costruzione
- il trasporto e il montaggio dei suddetti materiali
Tutto il processo ha un impatto ambientale: dalla costruzione al normale funzionamento degli edifici.
Ecco perché abbiamo bisogno, ora più che mai, di un’edilizia sostenibile. Vale a dire, un’edilizia consapevole e responsabile.
È possibile costruire un edificio a emissioni di CO2 zero?
Le moderne tecniche di costruzione, insieme all’utilizzo di materiali innovativi, permettono già oggi di ottenere edifici ad altissima efficienza energetica.
Nello specifico è doveroso fare una distinzione tra due standard qualitativi di costruzioni edili:
- NZEB (Nearly Zero Energy Building), ovvero edifici a elevata efficienza energetica;
- NZCB (Net Zero Carbon Buildings), ovvero edifici a emissioni zero.
Edilizia sostenibile: gli edifici a elevata efficienza energetica (NZEB)
Gli NZEB sono edifici dalle prestazioni elevatissime, progettati secondo i principi dell’edilizia sostenibile e del risparmio energetico.
Lo scopo della progettazione è ridurre al minimo il consumo di energia e ciò viene fatto impiegando una serie di soluzioni tecnologiche e progettuali. Ma non finisce qui: la restante quantità d’energia richiesta dall’edificio viene soddisfatta attingendo solo da fonti rinnovabili.
In questo modo, è possibile non solo costruire edifici eco-sostenibili, ma con i giusti interventi di riqualificazione, trasformare datati edifici energivori in classe A.
Gli NZEB sono in grado di adattarsi al mutare delle stagione e quindi delle condizioni di luce e calore.
In inverno l’edificio deve sfruttare al massimo la luce solare e accumularne il calore, oltre che impedirne la dispersione con un isolamento termico efficiente.
In estate, invece, le priorità sono opposte: l’edificio dovrà essere schermato per assicurare un clima fresco grazie alla giusta tecnica di isolamento termico e a sistemi di ombreggiamento.
I vantaggi degli edifici NZEB non finiscono qui: anche dal punto di vista economico, infatti, sono molto convenienti grazie ai bassi costi di gestione.
Edilizia sostenibile: gli edifici a emissioni zero (NZCB)
Si tratta di un concetto piuttosto recente che ha il compito di sottolineare il ruolo dell’edilizia nella transizione verso un’economia a impatto climatico azzerato.
Al centro è messo, non il risparmio energetico, ma il tipo di energia utilizzata e il relativo impatto ambientale.
Negli NZCB, pertanto, è cruciale che l’energia impiegata sia rinnovabile e pulita. Al contrario di ciò che avviene ancora molto spesso nelle nostre città, dove tantissimi edifici sono ancora riscaldati da caldaie a carbone o petrolio.
A livello formale la differenza tra edifici NZEB e NZCB è l’unità di misura.
Nei primi si calcola la quantità di energia primaria consumata dall’edificio, e perciò l’unità di misura è il kWh al mq annuo.
Nei secondi, invece, oltre all’energia utilizzata, si valuta il suo impatto ambientale e quindi la quantità di CO2 prodotta nella generazione dell’energia che viene consumata nell’edificio. Di conseguenza, l’unità di misura utilizzata è kg al mq annuo di anidride carbonica.
In sostanza, per gli NZEB si calcola l’energia consumata, mentre per gli NZCB le emissioni causate dalla produzione di questa energia.
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