Il Consiglio dei Ministri ha approvato gli ultimi due decreti attuativi riguardanti due importanti direttive UE: la Red II, sulle rinnovabili (2018/2001) e la direttiva sul mercato interno dell’energia elettrica (2019/904).
Una buona notizia, si direbbe. Peccato che l’approvazione dei decreti di recepimento arrivi in ampio ritardo rispetto alla scadenza fissata dall’Unione Europea.
Le direttive UE in questione, infatti, fanno parte del pacchetto del 2016 e dovevano essere inserite nel diritto nazionale entro il 30 giugno 2021. A causa di questo ritardo, l’Italia si è guadagnata una lettera di messa in mora da parte della Commissione europea.
Tuttavia, l’attuazione del direttive resta molto importante per il loro potenziale impatto sulla transizione ecologica del nostro Paese.
Vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta.
Il decreto di recepimento della RED II
La Renewable Energy Directive 2018/2001, la direttiva europea meglio conosciuta come RED II, è incentrata sulle energie rinnovabili.
La RED II stabilisce che il contributo delle energie rinnovabili sul consumo finale lordo di energia in Europa dovrà toccare il 32%.
All’Italia nello specifico è richiesto un contributo all’obbiettivo comunitario di almeno il 30%. Un obbiettivo non facile da centrare per il nostro Paese che arriva appena al 18%, mentre la UE nel complesso ha toccato il 19,7% nel 2019.
L’intento della RED II è perciò accelerare la transizione energetica del continente con il progressivo abbandono dei combustibili fossili in favore delle energie rinnovabili.
Il tempo stringe per l’Italia. Gli obbiettivi della RED II, infatti, sono già stati integrati dal “Fit for 55” qualche settimana fa.
Il nuovo pacchetto presentato dalla Commissione Ue, supera i precedenti e stabilisce un taglio delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Si prospetta l’emanazione di una direttiva RED III che avrà l’obiettivo di portare la produzione di energia da fonti rinnovabili al 40% entro il 2030.
La strada per l’Italia è estremamente in salita: in quanto a emissioni siamo fermi a -19,4%.
Nel decreto attuativo della RED II troviamo la volontà di concentrarsi sulla semplificazione degli iter autorizzativi:
«L’approccio per le autorizzazioni è quello della semplificazione e di una partecipazione positiva degli enti preposti al rilascio delle autorizzazioni tramite un percorso condiviso di individuazione di aree idonee.
Per gli incentivi, la scelta è quella di introdurre una forte semplificazione nell’accesso ai meccanismi e, al contempo, fornire una maggiore stabilità tramite l’introduzione di una programmazione quinquennale, al fine di favorire gli investimenti nel settore.» si legge nella sintesi del Consiglio dei Ministri.
Inoltre, è «Centrale la realizzazione delle infrastrutture necessarie per la gestione delle produzioni degli impianti a fonti rinnovabili: prevista un’accelerazione nello sviluppo della rete elettrica e della rete gas e semplificazioni per la realizzazione degli elettrolizzatori alimentati da fonti rinnovabili.»
Il decreto sul mercato interno dell’energia elettrica
Il decreto che recepisce la direttiva UE 2019/944, come si legge nella sintesi dei contenuti del Consigli dei Ministri del 5 agosto, contiene:
«[…]disposizioni volte a disciplinare le nuove configurazioni delle comunità energetiche dei cittadini in modo coordinato con le disposizioni previste dalla direttiva 2001/2018 in materia di comunità energetiche rinnovabili, a rafforzare i diritti dei clienti finali in termini di trasparenza (delle offerte, dei contratti e delle bollette), a completare la liberalizzazione dei mercati al dettaglio salvaguardando i clienti più vulnerabili, ad aprire maggiormente il mercato dei servizi a nuove tipologie di soggetti quali la gestione della domanda e i sistemi di accumulo, a prevedere un ruolo più attivo dei gestori di sistemi di distribuzione, a regolare la possibilità di istituire sistemi di distribuzione chiusi, ad aggiornare gli obblighi di servizio pubblico per le imprese operanti nel settore della generazione e della fornitura di energia elettrica, ad introdurre un sistema di approvvigionamento a lungo termine di capacità di accumulo con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo degli investimenti necessari per l’attuazione degli obiettivi del PNIEC.»
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