Il fotovoltaico su tetto potrebbe essere la soluzione all’importante questione del consumo di suolo. La necessità di installare nuovi impianti fotovoltaici per attuare la transizione energetica infatti ha come conseguenza l’impiego di vaste aree di territorio.
Ad oggi, secondo i dati del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), in Italia i pannelli fotovoltaici occupano 17.560 ettari di terreno (per circa 9 GW): la prima regione per superficie occupata è la Puglia con 6.123 ettari, poi abbiamo l’Emilia Romagna con 1.872 ettari e il Lazio con 1.483 ettari.
La crescita del fotovoltaico però va ad aggravare una situazione già piuttosto critica nel nostro Paese. Quello del consumo di suolo è un problema antico e spesso ignorato. Tra il 2006 e il 2021 abbiamo perso 1.153 Kmq di suolo naturale o semi-naturale, parliamo di una media di 77 Kmq “consumati” ogni anno, a causa della costante e indiscriminata espansione urbana. Le regioni che hanno ceduto più terreno sono Lombardia (883 ettari persi), Veneto (684), Emilia-Romagna (658), Piemonte (630) e Puglia (499).
In un tale contesto, impiegare grandi appezzamenti di terreno per installare impianti fotovoltaici appare un tradimento dei valori di sostenibilità e rispetto dell’ambiente propri delle energie rinnovabili.
Come coniugare perciò lo sviluppo dell’energia pulita con il rispetto del territorio?
Tetti e coperture: superfici inutilizzate perfette per il fotovoltaico
Una soluzione praticabile fin da subito è quella di sfruttare i tetti e le coperture degli edifici, potrà apparire banale ma ad oggi i governi non hanno ancora agito in questo senso. I tetti rappresentano superfici inutilizzate e particolarmente esposte ai raggi solari perfette per l’installazione di impianti fotovoltaici.
ISPRA, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ha calcolato la superficie totale delle coperture utilizzabile per il fotovoltaico. Si tratta di una superficie tra 75.000 e 99.000 ettari, sulla quale potrebbe essere installata una potenza fotovoltaica compresa tra i 70 e 92 GW.
Ciò rappresenterebbe un vero e proprio balzo in avanti che permetterebbe all’Italia di coprire l’intero incremento di energia rinnovabile stabilito dal Piano per la Transizione Ecologica entro il 2030, senza consumare ulteriore territorio.
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